La filosofia Yoga applicata all'arrampicata.
Ebbene sì la filosofia Yoga può venirci in aiuto nella pratica dell’arrampicata ed ecco come.
Nello Yoga, gli yama sono i primi passi verso una vita virtuosa e spirituale.
Essi rappresentano i principi etici fondamentali che ogni praticante di Yoga deve seguire per raggiungere una maggiore consapevolezza di se stessi e del proprio posto nel mondo.
Gli yama sono cinque in totale: ahimsa (non violenza), satya (verità), asteya (non-appropriazione), brahmacharya (castità) e aparigraha (non-avidità).
Ciascuno di essi rappresenta un aspetto diverso dell’essere umano e della sua relazione con il mondo e gli altri esseri viventi.
In questo articolo, ci concentreremo sull’applicazione del principio di ahimsa, o non violenza, alla pratica dell’arrampicata.
Esploreremo come l’atteggiamento di rispetto per se stessi, gli altri e l’ambiente possa aiutare a diventare scalatori migliori e, allo stesso tempo, essere persone migliori.
Ahimsa e l'arrampicata
L’ahimsa è un concetto fondamentale dell’induismo e del buddhismo, che si traduce comunemente come “non violenza”. Si riferisce all’idea che ogni forma di vita deve essere rispettata e protetta, e che la violenza, sia fisica che verbale, dovrebbe essere evitata.
Nell’arrampicata, l’ahimsa può essere applicato in diversi modi.
In primo luogo, praticare Ahimsa significa rispettare la natura e l’ambiente in cui si arrampica. Questo significa evitare di danneggiare le rocce o di lasciare rifiuti dietro di sé, e anche di rispettare le regole che governano le aree di arrampicata.
In secondo luogo, l’ahimsa significa rispettare gli altri climber e chiunque altro si possa incontrare. Ciò significa evitare di comportarsi in modo aggressivo o di usare un linguaggio offensivo, e anche di aiutare gli altri climber se necessario. Inoltre, in arrampicata tradizionale è necessario rispettare la natura della roccia e delle vie stesse, non modificando o danneggiando le vie e rispettando il progetto originale creato dal chiodature della via o dallo scopritore del boulder.
Infine, l’ahimsa significa rispettare se stessi. Ciò significa evitare di mettere a rischio la propria incolumità per l’arrampicata, ad esempio, alpinismo estremo senza le giuste conoscenze, maturare la giusta esperienza ed utilizzare attrezzatura adeguate, ma anche e soprattutto di prendersi cura del proprio benessere fisico e mentale.
Una nuova visione
L’ahimsa ci invita a guardare oltre il nostro obiettivo immediato di raggiungere la cima di una roccia, e invece a considerare come le nostre azioni possono influire sull’ambiente naturale e sugli altri esseri viventi che lo abitano.
E’ un principio importante che può essere applicato in molte aree della vita, non solo nello Yoga o nell’arrampicata, ma anche nel lavoro, nelle relazioni interpersonali e nella vita quotidiana in generale. Ci aiuta a guardare il mondo con una prospettiva più ampia, a vivere in armonia con gli altri e con l’ambiente e ad avere un impatto positivo sulla società.
Pratica con noi
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Conclusione
Applicare il concetto di ahimsa in arrampicata significa avere un atteggiamento di rispetto verso se stessi, gli altri e l’ambiente, e di essere consapevoli delle proprie azioni e delle loro conseguenze.
Portare ahimsa nella nostra vita, non solo ci aiuta a diventare climber migliori, ma ci aiuta anche a diventare persone migliori.